Economia
Risparmio, il debutto di gala dei PIR

La stampa di settore ne sta parlando da tempo, forte dei numeri (positivi) che hanno riscosso dal loro debutto sul mercato finanziario nazionale. Sono i cosiddetti PIR, i Piani Individuali di Risparmio, introdotti dall’ultima Legge di Bilancio.
Secondo stime ufficiali, questo particolare strumento di risparmio gestito ha raccolto un miliardo di euro in tre mesi: un inizio col botto, considerando che il governo – in tempi non sospetti – aveva ipotizzato di “raccogliere” 14 miliardi nel giro di 5 anni.
Complice il contesto finanziario attuale, caratterizzato da rendimenti obbligazionari negativi e da bassi tassi, pare proprio che i PIR abbiano fatto breccia tra i piccoli e medi risparmiatori. Dopotutto, l’obiettivo era proprio questo: ridare slancio agli investimenti nel mercato azionario buttando benzina – in parallelo – nel ‘serbatoio’ delle piccole e medie imprese nostrane.
I Piani Individuali di Risparmio, infatti, rappresentano una nuova formula di investimento che prevede alcuni vincoli e altrettanti vantaggi. Un ‘pacchetto’ PIR, se detenuto per almeno 5 anni, è esente:
- dall’imposta sui redditi da capitale (che oggi ammonta al 26%)
- dalle tasse di successione
Al tempo stesso, ciascuna persona può:
- detenere un solo PIR nella sua vita
- investire in PIR massimo 30 mila euro all’anno (il tetto è di 150 mila in 5 anni)
La peculiarità di questo pacchetto di investimento è rappresentata dal mix di azioni e obbligazioni di piccole e medie imprese italiane (o estere, purché con una stabile organizzazione nel territorio italiano): almeno il 70% del capitale dev’essere investito sull’economia ‘reale’ del Belpaese.
I primi dati di raccolta dimostrano un ottimo gradimento da parte del mercato: bene per i risparmiatori, che possono diversificare il portafoglio di investimento – calibrandolo in base al proprio profilo di rischio – e sfruttare le agevolazioni fiscali; bene anche per l’industria finanziaria, che vede lievitare l’offerta e le entrate sotto forma di commissioni.
Sicuramente, come tutti i prodotti con una componente azionaria, anche i Piani di Risparmio Individuale presentano dei costi e dei rischi, al netto di un buon rendimento. Perciò è insensato dire se siano o meno una soluzione vantaggiosa e adatta per ogni profilo di risparmiatore. Per essere consapevoli ed evitare investimenti incauti, per valutare se e come diversificare l’investimento in base alle proprie aspettative di rischio e per scegliere con cognizione di causa le aziende su cui puntare, è meglio chiedere una consulenza al promotore finanziario di fiducia o a una società di gestione del credito ‘trasparente’ e autorevole.
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